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Tragico inseguimento a Castello: l’abilità alla guida dell’appuntato Di Pietra salvò la vita al suo collega

Ott 4, 2019 admin 0 notizie

Fu l’abilità alla guida e il disperato tentativo di controllare la vettura da parte del carabiniere Luca Di Pietra a non far perdere la vita anche al suo collega. E’ quanto emerso nella mattina del 17 maggio al processo per la morte del militare, avvenuta nel settembre 2014, durante un inseguimento a Castelsangiovanni. I periti hanno anche convenuto sul fatto che se l’autoarticolato non fosse stato parcheggiato in quel modo, l’auto dei carabinieri avrebbe proseguito la propria corsa. La gazzella si schiantò contro un tir, parcheggiato contromano, nella zona del Polo logistico, mentre stava inseguendo una vettura che fuggiva a tutta velocità. Nello scontro rimase gravemente ferito anche il collega, sedeva a fianco dell’autista, che questa mattina era presente in aula. Davanti al giudice Italo Ghitti hanno parlato tre periti: due per le parti civili e uno per la procura. A settembre, è prevista l’audizione del consulente tecnico della difesa. E il Tribunale dovrà decidere se nominarne uno proprio,qualora le risultanze delle analisi risultassero poco chiare. Accusato di omicidio colposo e lesioni colpose è un camionista moldavo, difeso dall’avvocato Marco Malvicini che si avvarrà della consulenza del perito Renzo Franchi. Il giudice e il pm Antonio Rubino hanno posto le domande ai periti delle parti civili, Andrea Violoni e Stefano Oldrati, e a quello della procura, Marco Checchini. In aula erano presenti anche i genitori del militare che ha perso la vita, i quali si sono costituiti parte civile – insieme con gli altri tre figli – con gli avvocati Niobe Cisbani e Antonio Galluzzo. Ma parte civile si sono costituiti anche i due figli del carabiniere deceduto e la sua compagna, attraverso l’avvocato Daniele Gardi; il carabiniere sopravvissuto, con l’avvocato Carlo Alberto Caruso; come responsabile civile è presente l’assicurazione Unipol, con l’avvocato Dario Mazzoni.  Le perizie devono stabilire se esista un nesso causale tra la posizione del camion e lo schianto mortale dell’auto dei carabinieri. Secondo quanto emerso oggi, la vettura dell’Arma avrebbe affrontato la curva a circa 105 km all’ora. Il militare alla guida avrebbe cercato di controllare l’auto che ha scarrocciato, ma è rimasta in strada, all’uscita della curva si è trovata di fronte il tir. L’autista lo avrebbe percepito a circa 40 metri, avendo una secondo di tempo per evitare l’impatto. Nonostante questo, Di Pietra ha tenuto l’auto finendo, però, contro il mezzo pesante a una velocità di 64 chilometri all’ora. Se non ci fosse stato il tir, hanno detto i periti, l’auto avrebbe proseguito la corsa.“

Fonte: ilpiacenza.it

 

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